Si dia via allo scontro …

Non nei numeri ma nell’unità sta la nostra grande forza.
(Thomas Paine)

Siamo sempre i soliti italiani, l’arte di tirare l’acqua al proprio mulino fa parte, purtroppo, di tutte le altre arti per cui siamo conosciuti nel mondo: pittura, scultura, scrittura, musica ecc, ecc.

In questi giorni ho seguito, ma non troppo, la polemica De Luca-Fontana governatori in questa Italia unita, ma solo sulla carta.
Come è ovvio che sia la polemica non resta confinata ai due soggetti, no. C’è subito chi se ne appropria utilizzandola come scusa per dare sfogo ad atavici rancori, odi e recriminazioni che caratterizzano il nostro paese dal minuto successivo allo “storico incontro a Teano”.

E lo scontro Nord vs Sud o Sud vs Nord, come preferite, riprende vita soprattutto nei social, la guerra al virus non è più la guerra di tutti, ma la guerra di chi ha avuto il governatore più o meno bravo a gestirla e che sia stato il virus a gestire il tutto ormai non conta più, la pietas verso i numerosi morti, i contagiati, i colpiti in vario modo sfuma davanti all’esigenza di sentirsi i più bravi, i migliori. Osservo e mi chiedo “Come possiamo pretendere solidarietà dall’Europa se non riusciamo ad essere solidali nel nostro piccolo paese?”

#restiamounitimanontroppo

5 pensieri riguardo “Si dia via allo scontro …”

  1. Ciao Libera, il virus non ha fatto altro che mettere in evidenza i nostri pregi ed i nostri difetti, come singoli e come popolo. In wordpress ho letto una felice definizione: “e’ stato come quando ti ubriachi. Le barriere vengono meno, e dici quello che pensi. Purtroppo l’Italia e’ un paese frammentato per bande di potere, anche se abbastanza unito su altri aspetti, alcuni positivi ed alcuni negativi. Per quanto riguarda la sanita’ e’ diviso persino per impostazione statale, giuridica e costituzionale, sulla base di una folle modifica alla costituzione. Per cui la sanita’, purtroppo, e’ declinata regionalmente. Io tutta questa unita’ in questa situazione, non solo non la vedo (come hai scritto tu), ma non la ritengo neanche giusta. Perche’ tutti devono sobbarcarsi 2 mesi di reclusione, quando le aree dove il virus ha circolato silente per 3 settimane, esplodendo in termini di contagio, erano ben note? Un lockdown totale, con identiche misure, da Bolzano a Ragusa e’ totalmente senza criterio. Cosi come senza criterio, sarebbe adottare una riapertura identica su tutte le 20 regioni. Cosi’ come folle sono state alcune decisioni prese da alcune regioni, che ancora oggi non hanno ancora numeri di deceduti e contagiati in calo nonostante 2 mesi 2 di blocco (spero non mi porterai anche tu avanti la storia dei runner, dei vecchietti che vanno a fare la spesa, dei 4 sciamannati del BBQ, dei fidanzatini che si incontrano di nascosto). L’Italia si e’ fermata del tutto, salvo alcune aree che hanno cercato di non fermare le attivita’ produttive non essenziali, ed i risultati si vedono infatti, proprio li’. Il virus ha messo purtroppo in evidenza il nostro lato negativo piu’ marcato: mancanza di organizzazione di analisi della situazione di pianificazione, imbevuto di quel nostro provincialismo esasperato.

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  2. Ciao Fritz, convido in pieno il tuo pensiero. Continuo la mia reclusione anche se nella mia regione la lotta al virus pare stia andando molto bene, siamo ad 1, 2 anche 0 casi al giorno e, quindi, potremmo riprendere le attività, ma dobbiamo aspettare gli altri, mi adeguo, mio malgrado, alla decisione. La mia voleva essere una riflessione proprio sul fatto che prima o poi viene fuori il peggio di noi ed ho visto nello scontro tra i due governatori la scintilla che ha dato il via al tutto. Mostrare un pò più di unità ed empatia reciproca, al di la di tutte le divisioni che possano esistere, anche per impostazione statale, in un momento così, credo fosse doveroso, l’esempio è sempre il miglior insegnamento.

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  3. Da residente in Lombardia, una delle regioni più colpite ma, ringraziando Dio, in un Comune ad un’ora di strada dal primo focolaio, concordo sul fatto che non sia giusto uno sblocco generalizzato. Ci sono regioni che potranno riprendere ad “uscire” nel giro di poco tempo, ma la mia Regione, con i suoi 200 morti solo nella giornata odierna, se dovesse riaprire i confini (anche solo quelli comunali) rischia di ripiombare ne baratro, trascinandosi dietro altre regioni d’Italia.

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