Dammi 3 parole: brutto, tagliato, quindicina
Solo a guardarla ho l’acquolina in bocca, invece non capisco se lei sia più spaventata o disgustata, sembra abbia visto il demonio “È una pizza rilassati!” le dico “nulla di tanto pericoloso!”
Con le pupille fisse che sembrano sul punto di saltar fuori dalla loro sede naturale, forse più per una blefaroplastica esagerata che il disgusto, mi grida “Non puoi mangiarla!” e subito dopo, voltandosi indispettita, si dirige nel corridoio davanti allo specchio “per spazzolarsi i fluenti capelli biondi che nell’ultimo decennio non ha mai tagliato per questo sono così voluminosi” (parole sue). Mentre sistemo la tovaglia sulla tavola osservo con la coda dell’occhio il suo rimirarsi soddisfatta e la delicatezza dei suoi movimenti di spazzola, del resto non può metterci troppa forza, rischia di rovinare le extension.
Tra un colpo di spazzola e l’altro continua a ripetermi “Non mangiarla, ti farà male! Non sai che la farina favorisce diabete e tumori, mentre il lievito provoca gonfiore addominale? Mangia i cavoli, le zucchine, quelli si che fanno bene” “I cavoli tuoi farebbero anche meglio” penso prendendo un piatto nella dispensa e lasciando che continui a parlare “I pomodori dell’orto, gli spinaci” e tra me e me “bla bla bla”.
Eccola che torna “Sei proprio decisa a mangiarla?!” “Certo che non sei insistente nemmeno un pò! Si l’ho preparata perché mi andava ed ora la mangio” le rispondo piuttosto seccata mentre la osservo indossare la giacca che lascia aperta affinché si veda il maglioncino che mette ben in evidenza le tette. Con quello che le sono costate, circa un anno fa, non può mica nasconderle! Non è rimasta soddisfattissima del risultato, il chirurgo ha potuto farle solo una seconda, ma le ha consigliato di mangiare di più e mettere su un pò di ciccia così aumentano anche in maniera del tutto naturale. Magari una bella pizza super farcita al posto di due zucchine bollite e un finocchio?
Qualche mese prima di farsi le tette aveva sollevato gli zigomi e gonfiato le labbra. Queste ultime, ogni tanto, le richiedono un pit stop e quando lo fa, per un periodo, il culo di gallina le riesce da manuale, poi pian piano si sgonfia e allora vai di nuovo con il pit stop.
Ovviamente anche i suoi glutei non sono immuni a ritocchi. Qualche anno fa li ha sottoposti ad un trattamento, ma non so quale. Per avere quasi sessant’anni sono perfetti, i miei nemmeno a 30 erano così, forse, ogni tanto, dovrà revisionare anche loro? Saranno estate/inverno come le gomme? Ogni due per tre fa l’ozonoterapia, ma non ricordo di preciso a che pro se per le gambe o l’ addome. Farsi iniettare ozono è sicuramente più salutare di quel brutto e cattivo lievito di birra.
“Vado, ci vediamo la prossima settimana. E non mangiarla ti farà male!” mi dice accennando un saluto con la mano e dirigendosi verso la porta di casa “Ok non la mangio, ciao!” le rispondo pensando che è una gran rottura di balle. “Dimenticavo, posso mandarti su WhatsApp i nomi di un paio di prodotti. Me li puoi cercare online e ordinarmeli?” “Ok manda pure” le rispondo mentre chiude la porta.
Un paio di mesi fa mi ha chiese di cercarle un prodotto a base di collagene da prendere ogni sera, un’altra volta l’argilla che fa bene per il gonfiore addominale e per il fegato, questo lo disse una volta in cui le chiesi se voleva unirsi al tè e pasticcini che stavo prendendo con delle amiche. “Sei matta? Io prendo solo argilla” “Argilla?!” rispondemmo in coro.
Una quindicina di giorni fa mi ha fatto ordinare l’avena. Li per li alla parola aveva ho pensato avesse un cavallo, invece ci fa colazione.
Il messaggio è arrivato, questa volta le serve il fieno greco “Questo mi è nuovo” penso “A cosa servirà? Avrà di nuovo un cavallo?” no rassoda il seno “Mon dieu! Ma se lo ha nuovo di zecca?!”
Fieno ordinato. Finalmente mi siedo pronta a gustarmi la mia pericolosissima e, forse, mortale pizza sperando di non morire avvelenata prima di averla terminata. Sorridendo ripenso al suo “Mangia i cavoli” e mi scappa un “Tiè” dopodiché affondo con gusto e soddisfazione i denti in quel boccone caldo e filante che, fino all’ultimo boccone, inebria tutti i miei sensi e distogliendo l’occhio da ogni mio rotolino o cedimento strutturale penso “Cavoli son viva! Che fortuna!”, e così ci ho messo anche i cavoli, contenta mia cara?
“Sono per la chirurgia etica, bisogna rifarsi il sennò” Alessandro Bergonzoni