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Ve lo ricordate, vero, quando si passavano le giornate hastaggando qualunque parola capitasse a tiro ?

#iorestoacasa #insiemecelafaremo #andratuttobene sono stati alcuni dei leitmotive che ci hanno accompagnato nel corso di questa surreale primavera trascorsa tra timori, ansie, gioie e rassegnazioni.

Ci incoraggiavamo a vicenda, ci spronavamo affinché si trovassero dei lati positivi che potessero sovrastare il dolore che ci circondava. Eravamo avvolti in un’aura oscura e per dissiparla ciascuno di noi aveva adottato differenti modalità, in una sorta di istinto di sopravvivenza.

Ma cosa ci ha insegnato tutto ciò ? Non parlo da un punto di vista pratico: igiene, prevenzione e distanziamento sono diventati una routine . Non mi riferisco neppure alle prestazioni culinarie, seppur notevoli .

Mi riferisco invece a qualcosa di più profondo, che coinvolge il lato umano di ciascuno di noi e che ci ha permesso di sentirci vicini seppur lontani.

”Diario di una quarantenne…ooops quarantena” nasce proprio con questo intento: avvicinarsi, condividere, supportarsi, confrontarsi e non solo tra me e la mia “compagna di scarpe” Libera-mente, ma anche con tutte le persone che in un modo o nell’altro abbiamo avuto il piacere di incrociare e con le quali stiamo piacevolmente interagendo .

“Diario di …” (Socia, un nome più corto pareva brutto ?) è stato e continua ad essere il nostro flash mob, meno plateale ma altrettanto funzionale . È la nostra finestra sul mondo, il nostro balcone, la nostra terrazza, non per essere viste da altri ma per vedere noi stesse il mondo che ci circonda attraverso innumerevoli punti di vista.

Vorrei quindi ringraziare i nostri nuovi amici. Non taggo nessuno, non serve, preferisco invece che i ringraziamenti cadano a pioggia raggiungendo un po’ tutti .

Lo so, lo so, oggi sono in modalità mielosa, a livelli quasi diabetici, ma tranquilli che da domani torno in modalità strunz 🤣🤣🤣🤣 altrimenti neppure la mia tribù mi riconosce più 😁

Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.
(Epicuro)

Il cappello dei desideri.

… e poi arriva il giro di boa, tu lo doppi senza nemmeno rendertene conto, troppo impegnata a star dietro alla tribù, ai genitori anziani, al lavoro, alla casa, ai problemi familiari, a Bin Laden, alla fame nel mondo, alle cavallette. Quando finalmente apri gli occhi ti rendi conto che nel giro di pochi anni la tua vita si è completamente stravolta, ha preso una piega differente e tu ne sei felice . Guardi il tuo metro biologico e conti le tacche, una due tre , trenta quaranta cinquanta e poi cinquantuno , cinquantadue cinquantatré, cinquantaquattro…

Cominci a fare il punto della situazione, riflettendo su ciò che la vita ti ha donato, su ciò che hai fatto e su ciò che ti sarebbe piaciuto fare e inizi ad accantonare i desideri irrealizzabili (pilotare un aereo, girare un film con Toretto, mangiare senza ingrassare ) e a tirar fuori dal cappello magico tutto ciò che potrebbe diventare realtà :

– visitare Canada e California

– ristabilire amicizie preziose

– prenderti realmente cura di te stessa

– trovare nuovi spunti per essere felice, nonostante tutto e tutti

– tornare sui banchi di scuola

Inizi quindi a lavorarci su, rimboccandoti le maniche, prendendo il toro per le corna, come si dice dalle mie parti.

Cent’anni fa il giro di boa rappresentava la fine di tutti i sogni . Oggi è un nuovo inizio .

Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso . (Nelson Mandela)

La mia Sindaca è differente .

Nel mio paesello di quindicimila anime ubicato in piena pianura padana, il Sindaco, anzi “la Sindaca”, è molto attenta alla problematica Covid-19.

Il numero di contagiati, grazie anche alla politica ferrea messa in atto dall’amministrazione comunale, non è stato particolarmente rilevante, considerando che si è attestato intorno allo 0,3% della popolazione.

Ora finalmente siamo nella fase “tana liberi tutti” (Cit.) e seppur con le dovute cautele possiamo tornare a vivere .

Cosa mi spinge pertanto a scrivere questo articolo ?

L’incoscienza della nostra Sindaca. Si, proprio quella Sindaca per la quale un attimo fa ho tessuto le lodi!

L’amministrazione comunale ha infatti deciso di procedere ad una nuova distribuzione gratuita di mascherine, due per famiglia… convocando la popolazione in piazza!

Certo, non tutti insieme appassionatamente, ma in quattro scaglioni. Ora, non sono un matematico, ma i conti son presto fatti . Ovviamente per evitare che i soliti furbetti se ne approfittino, sarà necessario presentarsi muniti di tessera sanitaria e la consegna avverrà previa verifica e registrazione .

Come rimpiango i giorni della quarantena , quando i volontari suonavano i campanelli, mettevano le mascherine nella cassetta delle lettere e scappavano via… Sembrava quasi di essere tornati bambini !

P.s. Questa mattina, dovendo scegliere tra l’assembramento in piazza e quello al supermercato, ho scelto il secondo. Se non altro potrò tornare a impastare come se non ci fosse un domani . E le mascherine ? La domanda sta calando, i supermercati ne sono pieni e i costi più che accessibili. Personalmente non ritengo indispensabile fare lunghe code sotto il sole per ritirare il proprio pacchetto regalo .

La torta perfetta

A giorni uno dei miei indiani compirà gli anni e nonostante sia arrivato alla terza decade e risieda altrove con la sua compagna, la festa di compleanno (quasi) a sorpresa non mancherà .

So già che trascorrerò due giorni in cucina, organizzando tutto fin nei minimi dettagli ma per la torta di compleanno preferisco rivolgermi ad un professionista , come ho sempre fatto con tutta la tribù .

Tipologia, gusto e guarnizioni sono già stati stabiliti , manca solo la scritta decorativa e qui arriva la parte più difficile : cosa scrivere che non sia la solita banalità ?

Dopo averne parlato per ore (ok, dieci minuti) con gli altri indiani ho deciso di affidarmi a Google .

Di frasi “pronte”, d’effetto, non banali, carine, brevi e adatte a lui, a noi, agli amici , all’occasione, al giorno, all’umore e all’evento non ne ho trovate . In compenso ho trovato una carrellata di torte che aiuta a comprendere il motivo per cui è cosa buona e giusta che le pasticcerie esistano ! Buona visione 😁

.. che buona torta… proprio come solo mamma sapeva comprare!
(Stuart Pankin)

Namaste’

“L’ottimismo è il profumo della vita”. Tonino Guerra non aveva dubbi e lo ripeteva ogni giorno, entrando nelle nostre case e nella nostra mente in punta di piedi , con una sorta di tormentone che ancora oggi viene citato con affetto anche dai più giovani.

In questi cento giorni di quarantena ho cercato di seguire il suo consiglio, mantenendomi serena e guardando al futuro con ottimismo nonostante risieda in piena Lombardia ad un tiro di schioppo dalle primissime “zone rosse” .

Le notizie contrastanti che giungevano stavano rischiando di trascinarmi in un vortice dal quale sarebbe stato difficile uscirne.

È per questo che in un momento così delicato ho cercato mille escamotage pur di non passare ore ed ore davanti alla tv, tra un telegiornale, una diretta o uno speciale della D’Urso.

Complice il corso di yoga iniziato lo scorso autunno e sospeso a causa dell’emergenza sanitaria, ho iniziato a seguire su YouTube “la scimmia yoga”. Fin dalle prime lezioni Sara Bigatti mi ha conquistata con la sua semplicità riuscendo a trasmettermi la vera essenza dello yoga , che va ben oltre la disciplina fisica .

La mia prima volta in Shavasana non è stata una passeggiata . Mantenere l’immobilita’ assoluta anche solo per dieci minuti consecutivi non è così facile . Viviamo in un’epoca frenetica e rimanere sdraiati a terra, su un tappetino, ci sembra quasi di portar via tempo a mille altre attività : c’è da lavare, stirare, cucinare, leggere, parlare, vivere. Ero presa dai sensi di colpa : la mia tribù (adulta!) sta aspettando che torni a casa per cenare ed io son qui, sdraiata su un tappetino e quasi quasi mi addormento .

Ma col passare del tempo ho compreso quanto sia importante entrare in contatto con se stessi, concentrandosi sul proprio respiro, sul proprio corpo, sulle sensazioni del momento , accantonando qualunque altro pensiero.

Il lavoro, i figli, la casa… tutto passa in secondo piano, anche solo per dieci minuti . Dieci minuti di intenso relax che ricaricano il corpo ma soprattutto l’anima .

Namaste’ 🙏

Lasciarsi andare è l’asana più difficile (Anonimo).

A-ri-Namaste’

La tribù dei piedi zozzi.

Amo la mia tribù😍

Quando i miei figli erano piccoli mia madre li chiamava “la tribù dei piedi zozzi”, il motivo mi pare ovvio e non ha nulla a che vedere con le mie qualità genitoriali . La routine serale, come potete immaginare, era particolarmente complessa e prevedeva un lavaggio collettivo nella vasca da bagno, il che mi permetteva di ottimizzare i tempi e di tenerli sott’occhio evitando che si affogassero a vicenda.

Il colore dell’acqua, dopo un primo ammollo, era la cartina di tornasole della loro felicità: più la tinta si accostava al marrone più la loro giornata era stata intensa .

Ora sono adulti. Quando si lavano , quando escono, dove vanno , cosa fanno … non è più affar mio anche se come genitore tengo sempre gli occhi aperti, pronta ad aiutare qualora me lo chiedessero.

“Geronimo”, il più grande della tribù , ha levato le tende ad inizio quarantena per andare a vivere in pianta stabile con la sua “squaw” ed io da quel giorno vivo sentimenti contrastanti : da un lato mi manca la routine pranzo/cena/chiacchierate/incazzature, dall’altro tiro un sospiro di sollievo perché ho un po’ più di tempo da dedicare a me stessa (ed è giusto che sia così).

Tutto questo incipit per arrivare alla chat di oggi, con la mia amica, compagna di scarpe e di blog “Liberamente”, anche lei tre volte mamma .

Grazie Liberamente, che mi hai aiutata a togliermi i sensi di colpa 😁, ora possiamo tornare a cazzeggiare 😁

“Un bambino diventa adulto quando si rende conto che non ha diritto solo ad aver ragione ma anche ad aver torto.”

Pausa Pranzo

Non c’è miglior cosa del tornare a casa dal lavoro e trovare il pranzo pronto , la tavola apparecchiata e quattro belle anime ad aspettarti , due bipedi e due quadrupedi . Non importa che la pasta fosse senza glutine , il formaggio senza lattosio, l’acqua senza bollicine e l’insalata senza olio, perché quel che conta non è mai in mezzo al tavolo ma intorno ad esso .

P.s. Messaggio per mia figlia : per oggi è andata bene così , ma per domani che ne dici di una bella cotoletta alla milanese ?

La felicità è mangiare in compagnia! Niente di più semplice
(Anonimo)

Il saccoccio

Una volta superati gli anta si pensa di essere ormai avvezze a qualunque lavorazione in campo culinario.
Brasiere, antipastiere o tortiere,
pentole a doppio fondo, antiaderenti o a pressione, di coccio, di acciaio, di alluminio o di vetro, mestoli di legno, alluminio od acciaio… per noi, giovini donne in cerca della pasta perfetta, tutto questo bendidio ormai non ha più segreti.

Ma poi arriva lui, dolce come il miele e sensuale come solo un sacchetto di plastica può esserlo,
ed è subito ARROSTO !

RIsotterrate le teglie di guerra, abbattuti a colpi di mattarello coperchi ed affini (sadici dispensatori di ustionanti vapori), 
anche la mia cucina si arricchisce (finalmente) di un nuovo materiale: la plastica.

Mai e poi mai avrei pensato che potesse esistere un sacchetto in grado di resistere alle alte temperature e che, cuocendo in modo uniforme e
SENZA SPORCARE, fosse in grado di consegnare un prodotto ‘finito’ decisamente gustoso.

Qualcuno obietterà che il saccoccio non è esattamente un prodotto di primo pelo e che esiste sul mercato da tempo immemore, ma se la sottoscritta non è sufficientemente aggiornata che ce possiamo fa’?

Unica nota negativa, gli aromi in esso contenuti : sono un po’ blandi, poco incisivi e molto ‘glutammatici’.

 La prossima volta arricchirò il tutto con le mie personalissime erbette fini.

BUON ARROSTO A TUTTI.

P.s. Questo articolo lo scrissi anni fa. La novità del saccoccio mi fece produrre ogni bendidio. Da allora ne è passata di acqua sotto ai ponti, la mia vita è cambiata sotto tanti aspetti, anche in campo culinario. Ho abbandonato e dimenticato molte cose inutili, saccoccio compreso, riscoprendo il piacere della buona tavola e della vita.

Bisogna valorizzare l’equilibrio dei contrasti, in cucina e nella vita.
(Davide Oldani)

L’intervista doppia

Creare dei post a distanza è divertente, è come lavorare in Smart working ma invece di caricare dati o rispondere a mail partorisci articoli stupingenti (*) con la complicità della tua compagna di blog .

“Il nostro amico Fritz Gemini ci ha nominate. Che ne dici di un’intervista doppia su cosa ci abbia spinto ad aprire il blog?”

⁃ “Ci sto !”

⁃ “Bene! Non avevo dubbi!”

Che l’idea sia partita da me o da Liberamente poco importa: la risposta sarebbe stata comunque identica perché ciò che ci accomuna è la voglia di cazzeggiare mettendoci sempre in gioco .

Quindi ora, “sapevatelo”, ve tocca legge’ ‘na ‘ntervista doppia .

Non dite che non vi avevamo avvisati .

Stay Tuned : we are working (to home) for you 🤣🤣🤣

*(Stupingenti: stupidi+intelligenti)

I’m not a runner

Si dice che la madre dei cretini sia sempre incinta e sicuramente lo era cinquant’anni fa quando ha dato alla luce i tre runners nei quali sono incappata stamattina alle sette, nel mio consueto viaggio in auto di ben trecento metri .

Avrei voluto farne un reportage fotografico ma il timore di un linciaggio mi ha fatto desistere .

Uno dei tanti DPCM (l’ultimo, in attesa del “un due tre, liberi tutti”) ha previsto che si possa fare attività sportiva all’aperto purché senza assembramenti. L’uso della mascherina in tali attività pare sia stato lasciato al buon cuore degli italiani, considerando la fumosa legislazione e la ancor più fumosa interpretazione di regioni/province/comuni/frazioni/quartieri.

Eppure mi pare ovvio che il rischio droplet, quando si corre, è superiore rispetto a quando si passeggia , forse perché io quelle rare volte che corro mi ritrovo a “sputare pure i polmoni” (statemi alla larga !).

Ma ciò che più mi ha fatto arrabbiare, paradossalmente, non è stata la scellerata decisione di uscire di casa senza mascherina, bensì il fatto che abbiano optato per correre allineati, per non perdersi gli ultimi pettegolezzi di quartiere e le innumerevoli goccioline di saliva. Ovviamente, essendo la ciclabile di dimensioni ridotte, il meno giovane (ligio ai dettami di Conte) ha partecipato alla maratona direttamente da bordo strada… della serie “se non ti uccide il virus o un infarto, lo farà sicuramente un automobilista”.

Lo so, sto invecchiando. Mi ritiro nella mia tana da orso e fino a domattina non farò più capolino a meno che Peppino non appaia in tv con qualche bella notizia .

L’attività del cretino è molto più dannosa dell’ozio dell’intelligente. (Mino Maccari)