Giovanna Botteri, la giornalista attaccata nel periodo del lockdown per il suo modo di presentarsi lontano da tutti i clichè a cui siamo abituati, ha vinto, ad Ischia, il premio di giornalista dell’anno.
La sua una rivincita di fatti e non di parole. All’epoca delle polemiche lasciò correre il tutto con grande fair play: non si offese, non si indignò, continuò a svolgere il suo lavoro di inviata con l’impegno che la caratterizza e la semplicità di sempre.
Oggi, con il premio di “giornalista dell’anno” lei, che dalla Cina già ci raccontava il Covid quando ancora non era pandemia, raccoglie i frutti del suo lavoro. Complimenti ad una donna che dovrebbe essere d’ispirazione non solo a chi ambisce lavorare nel mondo della TV, ma a tutti. Basta nel dare importanza all’apparire delle persone a scapito del chi sono veramente.
Competenza, professionalità e preparazione valgono molto più di una tinta ben fatta o un abito firmato, specialmente a 63 anni, quando puoi, con orgoglio, vestirti o agghindarti come meglio credi e non doverne rendere conto a nessuno, perchè tu vali.
E poi mi dico: “Cosa c’è di meglio del vivere una vita libera da stereotipi, clichè, imposizioni, di guardarsi e dirsi mi amo così come sono libera di essere me stessa?

Guardati l’imitazione di Crozza. Dovrebbero eliminare questo premio per mancanza di giornalisti credibili.
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Crozza fa satira, mi piace, ogni tanto lo guardo, cercando di non dimenticare che la sua resta, comunque, satira.
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Botteri è una bravissima giornalista. La ricordo ai tempi della Guerra del Golfo, 1991…
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Ammetto di aver pensato che si potrebbe almeno pettinare ma mi sono limitata a quello.
Invidio la sua libertà ed il suo anticonformismo e ovviamente la sua intelligenza
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